Sono passati ormai 13 anni da quando è stata presentata per la prima volta la blockchain. Era il 31 ottobre 2008 e sulla “Cryptography Mailing List” appare il paper firmato Satoshi Nakamoto che introduce Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System. È la nascita di Bitcoin e di conseguenza della blockchain.
Ad oggi la blockchain rappresenta l’idea, abbracciata negli anni da tante persone, di aumentare la propria libertà personale, svincolandosi dagli intermediari (finanziari soprattutto) e gestendo in autonomia le proprie attività.
Questa tecnologia, di cui tra poco parleremo meglio, dà nuove soluzioni a diversi bisogni di aziende e consumatori.
Le principali caratteristiche della blockchain sono:
- la decentralizzazione
- la trasparenza
- la sicurezza basata sulla crittografia
- l’immutabilità del registro
- la tracciabilità delle transazioni
Molti di questi termini elencati solitamente non vengono paragonati alle nuove tecnologie. Eppure la blockchain è una risposta innovativa a concetti ad oggi molto discussi: la fiducia nelle organizzazioni centralizzate (pensiamo ad esempio alle banche che gestiscono i nostri soldi), la responsabilità che hanno queste nei nostri confronti, la possibilità di decentralizzare e quindi togliergli questo potere che hanno. Ci sono anche altri punti importanti, come quello della trasparenza, dell’immutabilità e della condivisione per raggiungere un determinato risultato.
Ma per capire questi temi dobbiamo prima capire di cosa si parla quando si nomina la blockchain, traducibile in italiano con “catena di blocchi”.
La blockchain di una determinata criptovaluta (ad esempio Bitcoin, la primissima criptovaluta) è un elenco totale di ogni transazione avvenuta, risalendo fino all’inizio. Ogni volta che qualcuno compra, vende o scambia bitcoin, quella transazione viene elencata sulla blockchain. Bitcoin ha poi ispirato molte altre blockchain che hanno introdotto nuove funzionalità. La più importante per noi è Ethereum in cui, per la prima volta, è stata sviluppata l’idea di NFT.
La struttura della blockchain fa riferimento a una serie di registri (ledger) elettronici, distribuiti geograficamente su una larga rete di nodi, i cui dati sono protetti da potenziali attacchi informatici grazie al fatto che le informazioni sono verificate e validate da ciascun partecipante.
Chi garantisce per queste informazioni?
La fiducia deriva dalla tecnologia e dalle persone connesse. Non c’è più bisogno di un ente garante come le banche, la politica, i giudici, gli arbitri, i notai e chiunque faccia da “terzo” rispetto a due persone.
Per garantire questa fiducia, ogni transazione che viene eseguita con una criptovaluta, viene verificata. Il processo di verifica determina se il mittente detiene effettivamente la quantità di criptovaluta inviata. Questo è ciò che mantiene una criptovaluta sicura e affidabile. Quando le transazioni di bitcoin vengono verificate, ad esempio, tale verifica viene condotta su un gruppo di transazioni, non su una singola transazione. Questo insieme è noto come “blocco”. Ogni blocco ha una certa capacità di archiviazione. Dopo che è stato riempito e le transazioni sono state confermate, viene aggiunto a quello precedentemente verificato, creando una catena di blocchi in continua crescita: una blockchain, appunto.
Essendo un sistema P2P (peer-to-peer), ogni utente (e quindi ogni nodo) che entra nella blockchain riceve una copia di tutti i registri esistenti. Ogni nodo diventa dunque un verificatore.
Le informazioni che formano la blockchain esistono come un database condiviso che non è memorizzato in nessuna locazione: il che significa che le registrazioni sono pubbliche e facilmente accessibili. Non esiste una versione centralizzata di queste informazioni che un hacker possa corrompere.
Invece, il meccanismo di validazione è attuato dai minatori (o miners) tramite i processi detti “Proof of Work” o “Proof of Stake”. Questa procedura permette una verifica da parte di tutti i nodi, quindi nel caso in cui non risultino anomalie, ogni nodo aggiunge un blocco nella propria blockchain, creando un consenso alla validazione. Una volta validato, il blocco viene inserito nella catena.
Dovete immaginare che tentare di manomettere i dati contenuti in un singolo blocco significherebbe falsificare l’intera catena di blocchi.
Blockchain: un esempio applicabile alla realtà
Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio questo concetto: il mercato degli orologi da collezione.
Pensiamo a modelli come Patek Philippe vintage che hanno un enorme valore che cresce col passare degli anni. Il problema principale è capire se si sta comprando un falso o meno. Con un certificato di autenticità NFT, viene memorizzata la validazione digitale in un registro della blockchain inalterabile, una reale prova della loro autenticità da parte dell’azienda produttrice. Il certificato è memorizzato come una serie di informazioni digitali su un registro distribuito su più nodi che confermano la proprietà del file digitale collegato all’orologio vintage.
Grazie alla blockchain, quindi, è possibile verificare le informazioni relative a qualsiasi prodotto, tracciarle e condividerle.
E non solo informazioni relative all’originalità di un prodotto, ma anche da chi e come è stato realizzato, se in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.
In definitiva, essendo aperta e distribuita, la blockchain permette di convalidare la creazione di un NFT e le sue proprietà in modo univoco. Chiunque voglia verificare la cronologia degli acquirenti o delle transazioni può tranquillamente farlo perché è tutto tracciato.
Conclusioni
Per molti anni la blockchain è stata considerata una tecnologia accessibile e utilizzabile solo dagli sviluppatori o da coloro che volevano guadagnare tramite le criptovalute.
Nell’ultimo periodo, invece, c’è stato un cambio di mentalità importante. Come è successo con internet, questa tecnologia sta entrando gradualmente nelle nostre vite per risolvere in modo innovativo i nostri bisogni o i bisogni delle aziende. Per questo è importante conoscerla e rendersi conto delle sue potenzialità e prospettive di utilizzo.
Le informazioni che trovi in questo articolo le puoi trovare ancora più dettagliate nel libro “Siamo tutti non fungibili“, dove trattiamo di NFT, Metaverso, Blockchain e Web3 in generale. Se sei interessato a capire meglio questo mondo, ci trovi su Amazon!